La Sindrome del Bambino Scosso è una grave forma di maltrattamento ai minori che consiste in un violento scuotimento del bambino piccolo, generalmente di età inferiore ai 2 anni, agito da figure deputate al suo accudimento, spesso a causa di una scarsa tolleranza del pianto del bambino e da condizioni di fragilità psichica ed emotiva dei genitori e problematiche sociali della famiglia.
Questi bruschi movimenti producono un oscillamento forte del capo del bambino e il violento impatto del suo cervello da una parte all’altra della scatola cranica, producendo una serie di sintomi che dipendono dall’intensità e dalla durata di questa azione, spesso talmente gravi da mettere a rischio la sua sopravvivenza.
Le conseguenze a lungo termine sulla salute del bambino possono essere altrettanto gravi e riguardare disturbi cognitivi, neurologici, visivi esitanti in importanti disabilità.
Si tratta di una tipologia di maltrattamento che necessita spesso di interventi medici urgenti di cura presso gli ospedali, per un trattamento a supporto delle funzioni vitali del bambino, e dell’attuazione delle giuste azioni di protezione del bambino per la prevenzione di nuovi episodi di scuotimento e, successivamente, di un intervento più lungo e consistente di trattamento, sostegno e valutazione della sua famiglia.
La Sindrome del Bambino Scosso è ancora poco studiata in Italia
Per le sue caratteristiche, si tratta di una forma di maltrattamento ai minori ancora poco studiata in Italia
- sia rispetto al suo trattamento clinico
- sia rispetto all’individuazioni di fattori di rischio del bambino e della sua famiglia che ne prendispongono l’insorgenza
- sia rispetto all’efficacia degli interventi di tutela dei bambini e di trattamento delle loro famiglie.
E’ proprio questa la grande carenza che compromette l’ideazione e l’attuazione delle più mirate azioni di prevenzione della Sindrome del Bambino Scosso, che comporta ripercussioni così gravi per la salute e il benessere della famiglia.
Per il raggiungimento di questo importante obiettivo di salute pubblica è necessario partire dalla consapevolezza che tutti i professionisti e i servizi che si occupano di protezione dei bambini e sostegno delle famiglie fragili non dovrebbero avere dubbi sulla gravità di questa diagnosi, e dovrebbero acquisire maggior conoscenza in merito ai segni, ai sintomi e alle conseguenze di questo maltrattamento per la salute dei bambini e rispetto ai fattori di rischio delle famiglie che possono aiutarli a prestare, in alcuni casi, maggiore attenzione.
Per la prevenzione di questa diagnosi è indispensabile infatti condurre studi di evidenza scientifica volti alla miglior conoscenza di questi nuclei familiari fragili, tenendo sempre presente che l’esistenza di fattori di rischio – e l’individuazione di famiglie a rischio – non implica come certa conseguenza l’insorgenza della patologia attesa e non mira alla stigmatizzazione delle famiglie vulnerabili, ma è necessaria per la pianificazione di strategie di trattamento della famiglia e di prevenzione del Sindrome del Bambino Scosso.
Solo grazie a queste conoscenze è possibile prevenire questa diagnosi e intervenire in modo specialistico e specializzato con queste famiglie. Solo la conoscenza della Sindrome del Bambino Scosso motiva e rafforza l’efficacia di ogni intervento di tutela del bambino e trattamento della sua famiglia.
In tutte queste fasi risulta di fondamentale importanza la fusione, la simmetria e la coerenza tra i servizi e professionisti sanitari deputati alla diagnosi di scuotimento e al trattamento clinico con i professionisti e servizi sociali che si occupano di sostegno alle famiglie e di tutela dei minori.
Questi sono solo alcuni dei risultati tratti da alcuni miei studi sul trattamento sociale e di tutela di questa forma di maltrattamento e che presenterò in forma più esauriente il 30 giugno prossimo a Trento alla Seconda Conferenza Italiana sulla Ricerca di Servizio Sociale.
Essi mirano a supportare i professionisti e i servizi che si occupano di tutela dei bambini e di sostegno alle famiglie fragili nell’individuazione e nell’attuazione delle migliori strategie di intervento nei casi di Sindrome del Bambino Scosso.