Come funzionano i provvedimenti di allontanamento dei bambini dall’ambiente familiare? cosa succede dopo? Cosa possono fare i genitori e come si può lavorare con loro nell’interesse dei bambini?
Spesso, in Italia, si tente ad agire l’allontamento dei bambini dalla famiglia a seguito di un episodio grave o di un evento specifico che ha comportato un grave pericolo per il bambino: un comportamento maltrattante, gravemente negligente o pericoloso agito dai suoi genitori o da un componente della famiglia.
Nella maggior parte dei casi l’allontanamento del bambino viene effettuato dai Servizi Sociali di Tutela Minori del territorio di residenza del bambino, su mandato dell’autorità giudiziaria.
Si procede quindi al suo collocamento in un ambiente protetto esterno alla famiglia.
Con l’esecuzione del provvedimento di allontanamento del bambino, in genere, l’Autorità dispone anche una serie di valutazioni incaricando i Servizi pubblici e specialistici, finalizzate ad approfondire lo stato di salute psicologica del bambino e alla valutazione delle responsabilità genitoriali e generalmente l’attuazione di incontri periodici tra bambino e genitori in forma protetta.
Gli incontri periodici avvengono in uno spazio neutro con la presenza di un educatore con funzione di vigilanza e osservazione della relazione tra bambino e genitore.
Si tratta spesso di situazioni già conosciute ai Servizi Sociali per interventi educativi domiciliari, interventi di supporto alla genitorialità o interventi di sostegno economico.
Dal momento in cui il Tribunale richiede le suddette valutazioni, nella maggior parte dei casi, viene sospeso ogni intervento già attivo di supporto alla famiglia, per orientare ogni azione a una finalità valutativa.
I tempi lunghi dell’allontanamento dei figli dalla famiglia
Spesso i tempi che intercorrono tra il provvedimento di allontanamento e la programmazione delle valutazioni richieste dal Tribunale e ancor più, l’inizio di queste valutazioni da parte dei servizi pubblici competenti, sono molto lunghi.
Si tratta di tempi che raramente sono a misura di bambino, costituendo per loro un limbo assistenziale che ha durata variabile e che li porta a vivere e pensare in una condizione di forte incertezza.
Al bambino diventa impossibile soddisfare un bisogno importante tipico dell’infanzia, quello di poter sapere e poter prevedere.
In questo tempo inoltre, difficilmente i bambini vengono coinvolti in un lavoro di spiegazione dell’accaduto e di quanto accadrà.
Bambini e i rischi dell’incertezza
È questa incertezza che genera inevitabilmente un nuovo grave rischio per la loro crescita psicologica ed emotiva, ed essa assume ancora maggiore rilevanza nei casi in cui i bambini, in attesa delle valutazioni predisposte sui genitori, si ritrovino, seppur sporadicamente, a frequentarli.
In queste situazioni, solo un lavoro con i genitori, orientato alla rielaborazione delle condizioni che hanno portato all’allontanamento del bambino, alla responsabilizzazione dei loro agiti, alla piena promozione di ogni loro risorsa e alla piena consapevolezza di avere bisogno di aiuto è possibile promuovere in via esclusiva il benessere dei bambini.
Per i bambini infatti, anche a fronte dei gravi eventi che hanno riguardato la loro storia familiare, è essenziale avere l’opportunità di conoscere e vedere dei genitori in grado di dimostrarsi migliori, anche nelle loro più residue capacità genitoriali.
Questo sarà salvifico per la loro crescita, anche nell’eventualità in cui non dovessero avere più contatti con loro, potendo pensare ed immaginare un genitore anche solo sufficientemente buono.
I genitori che stanno vivendo la procedura di allontamento dei figli devono considerare sempre i bisogni dei bambini, e devono avere il coraggio di chiedere aiuto. Questo passo è il primo da compiere per poter affrontare questo momento proprio nell’interesse dei figli.
Supporto alla genitorialità, allontamento dei figli e bisogni emotivi dei bambini
In conclusione, anche il lavoro di supporto alla genitorialità nei casi di allontanamento dei figli, deve sempre considerare i bisogni emotivi e relazionali dei bambini.
Esso tiene conto del fatto che spesso i tempi di definizione assistenziale sono lunghi e che, nella maggior parte dei casi:
- in questo tempo i bambini possono o devono frequentare i genitori, seppur sporadicamente e in forma protetta;
- sono state disposte delle valutazioni dal Tribunale ma non si conoscono i tempi di inizio e durata;
- non è possibile conoscere l’esito di tali valutazioni: esiste la frequente possibilità che i bambini rientrino in famiglia o, anche in presenza di un allontanamento più definitivo, possano o debbano frequentare comunque i genitori.
Studio Dromos si pone come interlocutore attento ed efficace nelle situazioni di allontamento dei figli in cui sia necessario un lavoro di supporto alla genitorialità che tenga in primo piano i bisogni emotivi dei bambini.
Per i genitori che si trovano a vivere questo momento, chiedere aiuto è sicuramente un atto di coraggio, ma è anche il primo e più importante passo da intraprendere per salvaguardare la crescita – non solo psicologica – dei figli.