L’allontanamento dei bambini dall’ambiente familiare non dovrebbe mai avvenire perché, anche quando deve avvenire, il trauma per i bambini è sempre troppo grande, come lunghe e consistenti sono le ripercussioni degli allontanamenti sulla loro vita e quella delle loro famiglie. Dubbia è spesso l’efficacia dell’intervento in termini di prognosi familiare, sociale e assistenziale. Si tratta di situazioni molto complesse, spesso sottovalutate nell’approccio e nella tecnica, che invece necessitano di un’organizzazione di competenze di professionisti e Istituzioni diversi, che siano in grado di considerare sempre e in via prioritaria i bisogni dei bambini. Il come e il quando avviene l’allontanamento, per i bambini e le loro famiglie, può fare la differenza.
Cosa possiamo fare?
Un aspetto importante nella gestione dei provvedimenti di allontanamento che può fare questa differenza riguarda la partecipazione bambini. La tendenza dei professionisti sembra essere spesso quella di coinvolgerli poco in questi interventi, limitando però la loro possibilità di sapere e prevedere, di conoscere chi e cosa ha deciso, di pensare a cosa può accadere e di riflettere su cosa davvero accadrà. Ma è davvero utile ai fini di un progetto assistenziale efficace per i bambini e le famiglie?
Pur in considerazione della gravità di alcune situazioni, è quasi sempre doveroso e possibile attivare una giusta partecipazione dei bambini e delle loro famiglie che, in considerazione della condizione che porta all’allontanamento, dell’età del bambino e delle caratteristiche della sua famiglia. possono essere preparati ad affrontare i provvedimenti più complessi di tutela e di legge. Il coinvolgimento e la preparazione dei bambini e delle famiglie nei provvedimenti di tutela dei minori è il primo indispensabile fattore protettivo per i bambini ed è la modalità migliore di gestione iniziale dell’azione di tutela, al fine di:
– aiutare i bambini ad affidarsi per vivere con meno sofferenza il momento di separazione dalla famiglia. Dire loro la verità con un linguaggio idoneo alla sua comprensione, esprimere informazioni chiare ed essere in grado di dimostrare disponibilità di risposta e ascolto nei confronti dei bambini, delle loro domande, delle loro richieste emotive è una capacità fondamentale che i professionisti dovrebbero imparare a guadagnare.
– ridurre il pericolo per i bambini nella fase di attuazione dell’allontanamento. Attraverso un adeguato coinvolgimento delle famiglie per spiegare loro le cause del provvedimento di tutela, mettendoli di fronte alle loro responsabilità ma anche motivandoli ad intraprendere un percorso autentico di aiuto, può contenere la possibilità che i genitori, non sapendo nulla, manifestino comportamenti pericolosi;
– migliorare la prognosi assistenziale e l’efficacia dell’intervento a lungo termine. Con l’allontanamento del bambino si definisce un progetto di aiuto e riabilitazione dei genitori presso i servizi territoriali affinché il bambino possa rientrare in famiglia. Un coinvolgimento efficace e trasparente della famiglia nel progetto di tutela dei figli, fin dall’inizio, agevola questo processo, aiutando tutti i componenti della famiglia ad instaurare un legame di fiducia e trasparenza con il Servizio Sociale. Questo coinvolgimento, precoce e sincero, risulta un requisito indispensabile per agevolare l’assunzione di responsabilità dei genitori in funzione del rientro del bambino in famiglia.
In conclusione
In conclusione, l’attuazione dei provvedimenti di allontanamento dei bambini dall’ambiente familiare, anche nelle situazioni più gravi, può considerare il coinvolgimento dei bambini e delle famiglie nei processi decisionali e di intervento. Questo coinvolgimento deve considerare sempre e in via prioritaria le necessità emotive e psicologiche dei bambini ed è necessario comprendere, in base alla situazione, quali siano le modalità operative e comunicative più efficaci da utilizzare mirando all’efficacia dell’intervento di presa in carico a lungo termine.